giovedì 7 gennaio 2016

Tu ti senti apposto con la coscienza?


La vita è una merda. La vita è sofferenza. Viviamo per soffrire sto mondo è una valle di lacrime. Come cani in gara al cinodromo corriamo appresso ad una cazzo di lepre finta. La lepre più finta di tutte. La lepre che loro hanno scelto per noi e che noi non possiamo fare a meno di litigarci come cani. Come tanti scemi inebetiti sfiliamo di fronte queste cazzo di vetrine piene di desideri che non potremo mai realizzare o che almeno la stragrande quantità dei levrieri del cinodromo non potrà mai agguantare e mordere. Parlo soprattutto per voi. Io non mi sento così levriero. Non sono uno dei vostri levrieri, io comunque in ogni caso rincorro la mia di lepre e la mia di lepre forse anche peggiore della vostra, ma questo è un altro discorso. Si è piccoli e si cresce, si cresce e si torna piccoli. Ed in questo lasso di tempo bisogna vedere chi è il cane che mangia di più.  Vi vedo come cani, cani grossi, cani che sbavano e si agitano per la lepre, una lepre che una volta presa non vi basta più, perché dopo di lei ce ne sarà un’altra ed un’altra ancora. E sarà così fino alla fine dei giorni, fino alla fine del tempo, del vostro tempo! Quanto tempo hai? Quanto tempo ti rimane ancora? Boh, nessuno lo sa. E se lo sai, o sei Dio o di tempo te ne rimane poco. Vivi, mangia, guadagna e muori. Muori male. Dovete morire male tutti quanti voi bastardi, bigotti benpensanti de sto gran cazzone. Odio. Odio chiama odio. E io chiamo aiuto. Aiuto! Mi capisci? Capisci di cosa parlo? La mia lingua ti entra in quella testa? Non ci credo tanto. Se fossimo tutti quanti sempre felici, tu pensa a che vita di merda. La gente vive della sofferenza ed ama, adora la sofferenza altrui. Quel tipo di dolore che pensi non possa mai capitare a te, succedere a te. E invece poi sì! E io godo. Perché non è che posso soffrire solo io. Tocca a tutti prima o poi, chi più chi meno certo, ma sicuro da soffrire ce n’è tanto in giro e io mi cibo una bella fetta. Perché non mi sento come voi e forse la mia sofferenza è una, la diversità. Però quella diversità a volte ti fa sentire stranamente importante, ti fa conoscere sofferenze che altri non sanno nemmeno esistere e che sicuro non ci tengono a conoscere. Ma poi ‘sti cazzi, ci sono io e ci siete voi. Siamo in guerra? Qui è guerra ogni cazzo di giorno, non parlo della guerra delle bombe dei fucili, parlo della guerra quella che ti esplode in testa, quella che una volta esplosa cambia tutto, quella del cane mangia cane, la guerra dei poveri, la guerra tra poveri. La guerra più tremenda? Quella che si combatte per il nulla. E loro ci hanno insegnato a vivere per il nulla. Sbavare per il nulla di niente. Azzannare per quel nulla che piace a te, piace a voi, e che allora deve piacere anche a me. Non ci sto. Morite tutti. Lo so che non è bello da dire, ma morite tutti e male. Molto male dovete morire. Siete il veleno, siete la piaga, siete l’astio di tutto questo mondo che invece di odiarvi, vi segue e vi schiaffa la sua lunga lingua bagnata fra le chiappe. Odore di merda. Lo senti tu l’odore di merda che sento io? Dico di no. Sono patinati. Digitalizzati. In HD. Sono in Tv. Sono sui cartelloni. Sono la pubblicità. Sono la società. Sono loro. Sono l’oro. Sono tutto ma sono il niente. Da un diamante non nasce niente, dalla merda e il fango nascono i fior. De Andrè. Genio. Manco stronzi posso dirvi allora, quelli sono utili e galleggiano, voi inabissate, voi trascinate giù tutto quanto. Tutti noi. E non portate ad un cazzo di nulla. Mi sento intorpidito. Anestetizzato. Ma incazzato uguale. Sono incazzato con me stesso. Sono incazzato con voi. Con me perché non faccio un cazzo di niente e con voi perché non fate un cazzo di niente uguale. Ma io almeno lo so chi sono e lo dico, ma voi invece mentite come a me, a tutti quanti. Bugiardi. Falsi. Finti. Pupazzi. E ai cani si sa che i pupazzi piacciono da impazzire. Vai a votare, ma vai a votare pupazzi. Non c’è più un cazzo di politico come si deve. Mio padre dice che dopo Berlinguer quasi niente è stato più. Io ero troppo piccolo. Non ci capisco un cazzo e ne sono cosciente, o almeno sono quel minimo cosciente per capire che non valete niente. Ma voi di che nerchia di cazzo state parlando? A cazzo di cane, tutto a cazzo di cane! Maiali. Cani e porci. Scorci d’una Roma che non c’è più. L’impero. Il Duce. DUX. Gente di merda i fasci. Sempre lì pronti a menare le mani. Come le scimmie. Io invece mi limito a scrivere quello che penso e menare chi proprio rompe il cazzo. E comunque penso troppo. Il troppo pensare fa star male. Lo star male mi fa sentire vivo, ma stanca anche e allora cerco di intorpidirmi e a volte il dolore è troppo. Sapete di che parlo? Ma no! Che ne sapete voi.Voi calcio, soldi e fica e passa la fatica. Beati voi che non sudate. Io sudo molto, troppo. Sudo il dolore, il male dentro. Espello le tossine. Amo le tossine. E non mi stanno antipatici i tossici. I tossici ti fanno star bene. Loro stanno peggio e tu che li vedi pensi di stare meglio. Per ogni tossico che muore Keith Richards guadagna un anno di vita. Legenda. Dove si firma per tutto ciò? Voglio firmare anch’io. Lascia una firma, perché ormai si firma per tutto. Solo firme. Firme ovunque. Apri un conto e firma. Compra una macchina e firma. Lascia un assegno e firma. Che società di merda la nostra. I valori dove sono finiti? E le mezze stagioni? Semplice, stanno insieme ai valori. Mai esistiti. Il tempo cambia e con lui tutto il resto. Ma cambia in peggio, sempre tutto in peggio. Io faccio del mio peggio, ma quel peggio lo faccio al meglio e mi ci stanco pure. Tu la giochi ‘sta partita? Ma quale partita, da mo che la partita è finita. Qui è già tutto che visto e finito. Tutto finito. Boom! Come la bomba, scoppia e se scoppia, esplode tutto e non lascia più niente. Solo i ricordi. Tu ti ricordi? Che fine ha fatto Tizio? E Caio co’ Sempronio? Alla fine solo i ricordi ti restano. Non si può vivere solo di ricordi. Prima o poi qualcosa te la scordi e fa che non sia importante! Mi raccomando. Io ho scordato come ci si comporta. Bevo troppo. Simone sta troppo… Prima o poi si scotta. Mi scotto sì. A sta sotto il sole ci si scotta sì, mica sono un cazzo di uomo di cemento. Invidio il cemento. Invidio la vostra amalgama. Siete come un muro fatto di paraocchi e pregiudizi. Vi scivola tutto di dosso, come acqua dal muro. Io invece assorbo e un cazzo spurgo. Anzi invece spurgo, giusto quelle tossine quando sudo. Ma sudo tanto perché non sono più un normale come voi. Mentecatti. Stupidi. Ma sereni. Ma quale serenità? Quand’è l’ultima volta che hai veramente sorriso? Quando è stato? Dico davvero. Indagine di mercato. Censimento. Scatta la conta. Sanno tutto di tutti. Ma non frega un cazzo di niente a nessuno. Se ne fregano. Lo fanno solo per i soldi. Per guadagno. Chiamali scemi. Io mi ubriaco, mi drogo, mi rubo una Panda e butto nel Tevere. NON SONO COME VOI. Capito bene ora? Forse sono peggio. Ma lo sono per colpa vostra. Sono il tuo cazzo di meglio surrogato che si incazza e ti si rivolta contro. Niente di personale. E’ il principio. E io sono il principe dei non princìpi. Ne ho uno per ogni stronzo di voi che si lamenta. Quando siamo noi che dovremmo lamentarci. Non mi lamento. Soffro. In silenzio. Omertà. Chi sa, sa. Chi non sa, non sa. Non sopporto più chi mi circonda. La solitudine gioca brutti scherzi. Ti senti solo e cerchi compagnia. Confidi che quella compagnia possa diventare amicizia. Ma mi sa che mi sbagliavo. Sciacalli irriconoscenti del cazzo. L’opportunismo. A farsi prendere per il culo poi da chi? Probabilmente se state così bene tra di voi è perché io tra di voi non riesco più a stare. Il bello è che mi sentivo pure tradito in principio, poi ho capito che il fesso sono io. Che sono vulnerabile e quindi voi colpite.  Penso sempre prima troppo agli altri e poi a me stesso. Spesso non dico subito ciò che penso perché ho paura di ferire, ma poi rimugino, accumulo, tengo e trattengo dentro e per matto alla fine passo io. Mi emargino e voi mi emarginate. Terra bruciata. Terra bruciata tutt’intorno. Come al solito. I veri amici sono pochi e forse non esistono proprio. O forse la vera amicizia è un qualcosa d’effimero, che dura per poco. L’attimo che all’altro gli è servito per prendere quello che avevi e che lui voleva. Alla fine è che ognuno cerca ciò che più gli interessa. S’è soli a questo mondo. Soli si nasce, soli si muore. Siamo noi stessi con voi altri, ma alla fine tutto si riduce al proprio pensiero, al proprio essere. Perché quando sarà il momento e il momento è sempre più vicino di quello che si crede, soli resterete, soli con voi stessi. E quindi tu ti senti apposto con la coscienza?

                                                                                       J_Pxxch

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